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Ingenti risorse in Friuli Venezia Giulia dall’introduzione dell’imposta di soggiorno

Ingenti risorse in Friuli Venezia Giulia dall’introduzione dell’imposta di soggiorno

Data Pubblicazione18 Ott 2016

I ricavi più importanti a Lignano, Trieste, Grado e Udine, ma molti i benefici anche per le località montane. Il Presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli: “Fondamentale che la tassa sia veramente tassa di scopo, ovvero utile per promuovere il turismo, creare servizi, sinergie nell’offerta e incrementare le presenze”

 

Nelle casse del Friuli Venezia Giulia dalla tassa di soggiorno potrebbero arrivare oltre 4 milioni di euro. A fare i conti è l’ultimo studio della Fondazione Think Tank Nord Est di Venezia, che stima in un introito pari a 4 milioni 160mila euro le entrate derivanti dall’applicazione dell’imposta appena approvata dalla Giunta Serracchiani. Il calcolo è stato fatto prendendo come riferimento il numero di turisti arrivati nel 2015 in regione, applicando poi una tariffa “media”, ovvero simile per tipologia turistica (mare o montagna) a quelle adottate dal confinante Veneto. Dall’analisi emerge che gli incassi maggiori riguarderebbero le località balneari e i comuni capoluogo. Lignano Sabbiadoro, che si conferma località regina per le presenze turistiche in regione, risulterebbe la località con l’incasso più pesante, stimato intorno a 1,5 milioni di euro. Grado potrebbe contare su un tesoretto significativo nell’ordine dei 500 mila euro. Importi rilevanti andrebbero poi a rimpinguare anche le casse dei capoluoghi di provincia; dalla tassa a Trieste potrebbe arrivare 1 milione di euro, a Udine 500 mila euro, a Pordenone 150 mila euro ed a Gorizia 70 mila euro. In piccole città d’arte, come Aquileia o Cividale del Friuli, ad esempio, l’adozione dell’imposta porterebbe non pochi denari: rispettivamente 130 mila euro e 50 mila euro. Guardando invece le località montane Tarvisio potrebbe incassare 120 mila euro, Forni Avoltri 70 mila euro, Forni di Sopra 40 mila euro ed Arta Terme 30 mila euro. “E’ evidente che un settore strategico come quello turistico  può avere anche benefici dalle risorse che si incamererebbero con l’introduzione di una nuova tassa – afferma il Presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli –. Fondamentale è però che la tassa sia veramente tassa di scopo, ovvero utile per promuovere il turismo, creare servizi e sinergie nell’offerta, in pratica una risorsa per incrementare le presenze e non da usare per tamponare i bilanci”.