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In Veneto solo briciole di bilancio per l’industria del turismo

In Veneto solo briciole di bilancio per l’industria del turismo

Data Pubblicazione27 Lug 2017

Mediamente nelle province della Regione, tra spese correnti ed investimenti, si dedica a questo strategico settore solo lo 0,6% delle risorse. In provincia di Belluno la quota di spesa più elevata in bilancio (5.977.755 euro), pari al 2,4%.  A Rovigo (1.274.815 euro) e Venezia (6.611.025 euro) la percentuale è dello 0,6%. Verona (4.046.947 euro) e Vicenza (3.119.379 euro) sono a quota 0,5%. Padova (2.104.171 euro) e Treviso (1.486.615 euro) spendono lo 0,3.

 

“Il turismo è una risorsa fondamentale che può dare ulteriore spunto alla timida ripresa economica in atto. E’ forse l’unica “industria” regionale con importanti margini di crescita, ma anziché essere incentivata, finora è stata limitata, visto che mediamente i comuni del Veneto tra spese correnti ed investimenti, dedicano solo lo 0,6% del bilancio al settore turistico”. A puntare l’attenzione sugli investimenti da prefisso telefonico su uno dei pochissimi settori positivi della nostra economia è il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli, che dati alla mano lancia l’allarme; “se si continua così il rischio è che il Veneto, dai litorali alle montagne, perda il suo primato di regione più turistica d’Italia”.

Per precisazione diciamo che non spetta solo ai Comuni investire in questo settore, e spesso non tutte le spese per il turismo vengono rubricate sotto questa voce (basti pensare agli interventi relativi alla viabilità o alla cultura, che ovviamente vanno anche a beneficio dei turisti), ma quanto emerge dallo studio della Fondazione Think Tank Nord Est è abbastanza sorprendente.

Sulla base degli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Interno, infatti, in media i Comuni del Veneto, tra spesa corrente ed investimenti, dedicano al turismo circa 24,6 milioni di euro, che fatti due conti sono pari solamente allo 0,6% del totale della spesa e degli investimenti messi in campo dalle amministrazioni. Ma non solo, nel quinquennio 2010-2015, l’ammontare globale degli investimenti nel settore turismo è mediamente sceso del – 2,1%.

A livello provinciale, è Belluno a registrare la quota di spesa più elevata in bilancio (5.977.755 euro), pari al 2,4%, con un aumento di quasi il 20% tra 2010 e 2015. I dati sul resto del territorio rimangono invece allarmanti. A Rovigo (1.274.815 euro) e Venezia (6.611.025 euro) la percentuale di spesa per il turismo rispetto al bilancio globale è dello 0,6%, ma con una differenza significativa: il trend veneziano è in crescita (+10,6%), quello rodigino in netto calo (-49%). Le province di Verona (4.046.947 euro) e Vicenza (3.119.379 euro) dedicano al turismo lo 0,5% del bilancio, con una tendenza in lieve calo, -6% a Verona e -1% a Vicenza. A Padova (2.104.171 euro) e Treviso (1.486.615 euro), infine, la quota di spesa destinata al turismo è solamente dello 0,3%, ma nel padovano il trend è nettamente positivo (+21%), mentre nel trevigiano in forte flessione (-40%).

I dati elaborati, inoltre, evidenziano che la spesa in Veneto in valore assoluto è di 24.620.706 euro e che il territorio che spende di più per la funzione turistica è quello delle Terme Euganee (1.141.425 euro), con una quota del 3% ed un forte aumento tra 2010 e 2015 dell’87%. A seguire ci sono le aree balneari (5.199.267 euro), che dedicano al turismo il 2,9% della spesa, con un trend del +31% sempre in 5 anni. C’è poi l’area del Lago di Garda (2.932.908 euro), con il 2,8%, ma una flessione del 9%. Quindi la montagna (7.326.134 euro), con il 2,3% ed una sostanziale stabilità delle risorse nel tempo (+1%). Il resto del territorio destina al turismo solo le briciole. L’area della Pedemontana e dei colli (3.078.814 euro) segna una quota dello 0,4% ed un calo delle risorse del 16%. Infine, la città di Venezia (1.434.731 euro) e tutto il resto della Regione (3.507.427 euro) spendono per il turismo solo lo 0,2%, con un trend in deciso calo (oltre -20%).

“Anche se è opportuno ricordare che i Comuni sono stati fortemente penalizzati, negli ultimi anni, dal taglio dei trasferimenti statali – conclude Ferrarelli – le Amministrazioni Comunali devono rendersi conto che oggi la ripresa di molti territori svantaggiati e non, passa attraverso lo sviluppo del settore turistico. In particolare quei Comuni che godono di maggiori afflussi turistici dovrebbero investire su questo patrimonio, destinando maggiori risorse e facendo investimenti coraggiosi il cui risultato inevitabile è lavoro e ricchezza per tutta l’economia del territorio”.