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Imposta di soggiorno: 40 milioni di euro nel veneziano

Imposta di soggiorno: 40 milioni di euro nel veneziano

Data Pubblicazione10 Ago 2016

Il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli: “Visti i numeri si tratta di un significativo flusso di denaro per le amministrazioni locali che sempre più spesso lamentano i tagli decisi dal governo centrale. E’ importante che quanto i Comuni incassano vada anche a favore di opere per il turismo”.

 

Quest’anno l’imposta di soggiorno porterà nelle casse dei Comuni della provincia di Venezia quasi 40 milioni di euro, ovvero la fetta più grossa – il 70% – dei 55 milioni 61 mila 307 euro che si stima vengano raccolti nel Veneto. A fare i conti sul “tesoretto” in arrivo nel veneziano da chi qui viene in vacanza è la Fondazione Think Tank Nord Est, che calcola a quota 38 milioni 532 mila euro l’incasso totale per i vari Comuni dall’imposta di soggiorno 2016 in provincia. Un record che di fatto stacca alla stragrande qualsiasi altra realtà veneta. Per un confronto, infatti, la provincia di Verona, seconda in classifica regionale, incasserà 8 milioni 930 mila euro, quella di Padova 5 milioni 67 mila 436 euro, Treviso ricaverà “solo” 884 mila euro, Belluno 685 mila 954 euro, Vicenza 670 mila e fanalino di coda Rovigo con 291 mila euro. Dai dati stimati dalla Fondazione Think Tank Nord Est, a fare la parte del leone negli incassi provinciali veneziani sarà la città capoluogo, Venezia, che con il suo flusso oceanico di turisti vedrà incamerare da Ca’ Farsetti una cifra pari a circa 28 milioni di euro. Guardando alle altre località al top per il turismo in provincia, si stima che Jesolo incasserà circa 2 milioni 720 mila euro, Cavallino Treporti e San Michele al Tagliamento-Bibione 2 milioni e 600 mila euro ciascuno e Caorle 1 milione e 500 mila euro.

Il dato oggettivo sul gettito per le casse dei Comuni che verrà generato dall’imposta di soggiorno diventerà concreta realtà solo con i conti di fine anno, ma intanto le stime fatte non dovrebbero discostarsi troppo dalla realtà, in quanto il montante del 2016 sarà pressochè in linea con quello del 2015, dal momento che la legge di stabilità 2016 ha vietato l’aumento delle tariffe, nonché l’introduzione dell’imposta da parte di quei Comuni che ancora non la applicavano. “Visti i numeri si tratta di un importante flusso di denaro fondamentale per le amministrazioni locali che sempre più spesso lamentano i tagli decisi dal governo centrale – commenta il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli –. E’ importante che quanto i Comuni incassano vada anche a favore di opere per il turismo, anzi deve andare a favore della promozione turistica, perché le opere di ordinaria manutenzione debbono comunque essere fatte dalle amministrazioni senza adoperare i proventi della tassa di soggiorno. Per questo vanno apprezzati i Comuni che dialogano con gli imprenditori del turismo, restituendo loro una percentuale della tassa per il servizio di incasso svolto ovvero, come ad esempio il Comune di San Michele al Tagliamento-Bibione, concordando con gli stessi come investire il ricavato della tassa”. In questo giro di introiti, infatti, per Ferrarelli, resta essenziale l’aiuto che arriva dagli imprenditori legati al turismo; “E’ evidente che in questa dinamica di riscossione dell’imposta di soggiorno rimangono fondamentali le strutture ricettive che fanno da sostituti esattori, visto che dopo aver definito chi dei propri ospiti deve pagare l’imposta, devono calcolarne l’importo, ricevere il pagamento, rilasciare la ricevuta al cliente ed infine versare al Comune quanto riscosso”. “A queste attività – prosegue Ferrarelli – vanno aggiunti gli oneri connessi al mezzo di pagamento utilizzato per saldare il conto: se il cliente infatti paga con carta di credito o di debito, i gestori delle strutture ricettive versano al Comune l’importo intero dell’imposta, anche se ne incassano solo una parte, a causa delle commissioni dovute al gestore della carta”.