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Il Casello di Alvisopoli farà decollare il Veneto Orientale

Il Casello di Alvisopoli farà decollare il Veneto Orientale

Data Pubblicazione06 Dic 2016

Dallo studio emerge che le aree di confine del portogruarese e latisanese, interessate dall’infrastruttura, sono tra le più depresse del Veneto e Friuli. Accelerare sul casello, nell’ambito dei lavori sulla A4 è una sfida da condividere con tutte le realtà del territorio, e con precisi obiettivi: salvaguardare l’equilibrio ambientale ed economico esistente.

 

“L’apertura del Casello di Alvisopoli potrebbe diventare un volano economico a due cifre per il Pil del portogruarese e dell’intera area di confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Con la realizzazione della nuova infrastruttura – peraltro prevista nell’ambito dei lavori della  terza corsia sulla A4 – si stima in 10 anni un impatto economico positivo pesantissimo; oltre 2.500 nuovi posti di lavoro e circa 146 milioni di euro di ricchezza in più generata nell’intera area”.

A dirlo è l’ultimo studio della Fondazione Think Tank Nord Est, che analizzati i benefici economici riscontrati nelle 42 aree dove sono stati aperti i caselli lungo tutte le autostrade di Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha poi elaborato in proiezione la potenziale crescita economica del portogruarese e dell’area latisanese. La stima di crescita prevista con il casello operativo è elevata; in 10 anni l’effetto casello potrebbe produrre un aumento del Pil territoriale del +14%. Un’operazione, quella dell’apertura dello svincolo, che guardando la situazione dell’area interessata, bisognerebbe portare a termine al più presto, visto che i sistemi economici del portogruarese e del latisanese sono in sofferenza, attestandosi tra gli ultimi posti nelle graduatorie regionali di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il tasso di disoccupazione nell’area portogruarese – dai dati Istat più recenti a disposizione – si attesta infatti al 9,8%, mentre in quella di Latisana arriva addirittura al 10,2%, contro una media del 7,5% in Veneto e dell’8% in Friuli Venezia Giulia. In termini di imprese, invece, il sistema locale di Portogruaro tra il 2009 e il 2015 ha perso l’8,2% delle sue attività economiche, mentre il confinante sistema locale di Latisana l’8,6%, rispetto a una media del 4,6% in Veneto e del 6,9% in Friuli Venezia Giulia.

“Come successo in aree simili e come sottolineato dai dati dello studio, la realizzazione di questa nuova infrastruttura permetterebbe ai sistemi locali di Portogruaro e Latisana di trasformarsi da aree in difficoltà a territori con prospettive di crescita superiori alla media regionale. Un effetto ampio, perché dando prospettiva a queste zone, si aiuterebbe la crescita economica globale di Veneto e Friuli Venezia Giulia, anziché rallentarla – commenta il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli -. Parlando dell’opera, sarebbe riduttivo ragionare sul casello di Alvisopoli solo come importante e necessario svincolo per raggiungere Bibione, perché non verrebbe presa in considerazione anche la sua utilità “allargata” ai sistemi regionali. In questa chiave il casello rappresenta una opportunità ed una sfida. L’opportunità è quella di incentivare la ripresa di due aree strategiche, perché di confine, ma economicamente in difficoltà, mentre la sfida sarà quella di indirizzare intelligentemente gli inevitabili investimenti che il territorio infrastrutturato richiamerà. Una sfida da condividere con tutte le realtà, e con precisi obiettivi: salvaguardare l’equilibrio ambientale ed economico esistente ed esaltare l’attitudine ambientale e turistica di questa vasta area cerniera, che va da Portogruaro a Latisana, passando per le spiagge di Bibione e Lignano”.