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Case per i lavoratori: la soluzione è riqualificare il patrimonio sfitto del Veneto

Alloggi per lavoratori in Veneto.

Case per i lavoratori: la soluzione è riqualificare il patrimonio sfitto del Veneto

Data Pubblicazione20 Ott 2025

Comunicato stampa 9 ottobre 2025

TANTE CASE VUOTE, MA POCHI ALLOGGI PER I LAVORATORI: SERVONO INCENTIVI PER RIQUALIFICARE IL PATRIMONIO ABITATIVO NON UTILIZZATO DEL VENETO.

La Fondazione Think Tank Nord Est invita la prossima Giunta Regionale del Veneto a definire nuove misure per stimolare gli investimenti delle imprese nell’offerta di case per i lavoratori.

 

L’attrattività del sistema imprenditoriale del Veneto si basa anche sulla possibilità di garantire una sistemazione ai lavoratori che decidono di trasferirsi nella nostra regione: la questione abitativa, infatti, è sempre più centrale nelle politiche per il lavoro e pertanto si preferiscono le imprese in grado di offrire un alloggio.

È questo il tema dell’ultimo studio della Fondazione Think Tank Nord Est, che contribuisce al dibattito in vista delle prossime elezioni regionali del Veneto, proponendo di incentivare la riqualificazione del patrimonio abitativo per destinarlo al personale delle imprese.

L’analisi della Fondazione origina dal calo demografico del Veneto, che impatta sul patrimonio immobiliare: la diminuzione della popolazione comporta inevitabilmente l’aumento delle abitazioni vuote. Un effetto amplificato dall’incremento del numero di case: infatti, tra 2014 e 2024 in Veneto si contano oltre 96.000 unità abitative in più, a fronte di una diminuzione di quasi 51.000 residenti. Si tratta di una tendenza che accomuna tutte le province, con la sola eccezione di Verona dove anche il trend demografico si mantiene positivo.

Lo squilibrio è ben evidente dalla classificazione dei Comuni, costruita incrociando il trend demografico e quello delle unità abitative. Nel periodo 2014-2024, il 60% dei Comuni del Veneto ha registrato la diminuzione della popolazione e l’aumento degli immobili, mentre il 31% dei Municipi ha visto crescere sia il numero dei residenti che quello dello delle abitazioni. Infine, solamente nel 9% dei Comuni il calo degli abitanti si è accompagnato alla diminuzione delle case.

L’analisi svolta dalla Fondazione evidenzia poi come gli immobili non occupati siano presenti soprattutto nei piccoli Comuni: in media la quota di abitazioni vuote è del 68% nei Municipi del Veneto con meno di 500 abitanti, mentre in quelli con una popolazione compresa tra 500 e 1.000 residenti la quota di case non occupate è del 54%. La percentuale diminuisce con l’aumentare della dimensione demografica dei Comuni, attestandosi tra il 15% e il 16% nelle realtà con più di 10.000 abitanti.

Anche le “seconde case” entrano nel computo degli immobili non occupati, che infatti si trovano soprattutto nelle località di vacanza, dove in gran parte coincidono con le case a uso turistico (infatti rappresentano il 57% del totale nei Comuni ad alta intensità turistica). Ma una quota importante di abitazioni vuote, tra il 15% e il 30%, si trova in vaste zone del Veneto.

Gran parte di queste unità abitative vuote avrebbe bisogno di importanti lavori di ammodernamento. Infatti, il patrimonio edilizio del Veneto è abbastanza datato: il 29% delle case non occupate è stato costruito entro il 1960, mentre il 32% dal 1961 al 1980. D’altro canto, quasi il 75% degli attestati di prestazione energetica (APE) richiesti in Veneto tra il 2018 e il 2023 si riferisce a edifici con classe energetica bassa (dalla D alla G): queste abitazioni rappresentano un grande bacino potenziale per le ristrutturazioni.

“La riqualificazione del patrimonio immobiliare è una sfida strategica per il Veneto – dichiara Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – perché riguarda temi cruciali quali la sostenibilità ambientale, la qualità abitativa, la competitività del sistema economico, lo spopolamento dei piccoli Comuni. Chiediamo alla prossima Giunta Regionale del Veneto di definire nuove misure per stimolare gli investimenti sul patrimonio edilizio: le imprese, se incentivate con contributi specifici, potrebbero ristrutturare numerose abitazioni, per metterle a disposizione dei propri addetti in arrivo da altri territori, incentivando così il loro trasferimento in Veneto con la propria famiglia. Questi interventi – precisa Ferrarelli -, oltre a rilanciare il settore edile, ambiscono ad aumentare l’offerta di case, favorire la residenzialità dei lavoratori, non consumare ulteriore suolo, ridurre le emissioni in atmosfera grazie all’efficientamento energetico degli edifici, ripopolare i piccoli Comuni.”










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