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A tre anni dalla fusione: Alpago e Val di Zoldo

A tre anni dalla fusione: Alpago e Val di Zoldo

Data Pubblicazione23 Ago 2019

In Veneto, il bellunese è l’area che si è mossa con più convinzione verso la fusione dei Comuni, con 5 referendum finora approvati.

Nel febbraio 2016 furono istituiti i Comuni di Alpago e Val di Zoldo.

Alpago (6.852 abitanti al 1° gennaio 2019) è nato dall’aggregazione dei tre ex Comuni di Farra d’Alpago, Pieve d’Alpago e Puos d’Alpago.

Val di Zoldo (3.156 abitanti), invece, deriva dalla fusione degli ex Municipi di Forno di Zoldo e Zoldo Alto.

Qual è il bilancio di queste realtà a tre anni dalla fusione?

In entrambi i casi si tratta di percorsi di aggregazione nati da lontano e preparati accuratamente. Nel caso di Alpago, ci fu già una prima consultazione nel 2001, quando vennero coinvolti anche i Comuni di Chies d’Alpago e Tambre, ma il referendum allora non venne approvato. A Val di Zoldo, invece, c’è stato un lungo percorso di avvicinamento alla fusione e di preparazione del nuovo assetto amministrativo.

Sia ad Alpago che a Val di Zoldo è stata dedicata particolare attenzione al rapporto con la cittadinanza. Infatti, i vecchi Municipi sono rimasti aperti, garantendo alla popolazione sportelli multiutenze cui rivolgersi per tutta una serie di adempimenti.

Inoltre, i benefici a livello di bilancio si sono già palesati ed hanno consentito alle nuove Amministrazioni di intervenire in maniera più significativa sul proprio territorio. Infatti, nel caso di Alpago c’è stato un forte aumento degli investimenti e dei lavori pubblici. Altri interventi più mirati sono stati rivolti alle famiglie, ad esempio destinando un contributo ai nuovi nati e rendendo gratuito il trasporto scolastico. A Val di Zoldo è stato invece possibile acquistare nuovi mezzi, fondamentali per gestire un territorio molto esteso e con significative differenze di altitudine. In entrambi i casi, la fusione ha consentito di efficientare la macchina amministrativa, conseguendo risparmi a livello di spesa corrente.

Da segnalare poi un vantaggio indiretto. La fusione ha migliorato i bilanci dei Comuni così da poter aumentare la quota di cofinanziamento nei bandi pubblici, che garantisce un punteggio migliore in sede di istruttoria: in questo modo è stato possibile ottenere ulteriori contributi per progetti ed investimenti.

La fusione dei Comuni nelle aree montane si sta quindi dimostrando un valido strumento per migliorare la gestione di questi territori periferici, creando opportunità per imprese e cittadini.